
Quello che fa schifo è il fariseismo di certi intellettuali doppiopesisti e fregnoni che se commentano gli scontri di piazza fra studenti e polizia agitano il cliché sessantottino della contestazione giusta perché va in culo al governo nemico, mentre se a resistere all’arroganza del potere politico-economico sono montanari attaccati alla propria casa e alle proprie radici, allora no, la protesta non va bene. Uno così è quel radical-chic di Michele Serra, così talentuoso nella scrittura quanto insopportabile nella saccenteria progressista. Nella sua “Amaca” sulla Repubblica di ieri, dopo aver dovuto ammettere - essendo lui di sinistra, perbacco - che qualche ragione la suddetta sollevazione di popolo deve pure averla, per salvare le ragioni della Grande Opera che tanto piace alla sinistra (tutta quanta compreso Sel e IdV, sia pur con distinguo e sfumature diverse), che ti fa l’opinionista principe del politically correct rosso blasé? Tira fuori dal cappello il più trito, vuoto e stantìo dei totem: l’Europa. E’ l’Europa a salvaguardare il nostro futuro e a impedire che collassiamo nella feccia delle Piccole Patrie (una «dannazione», le definisce l’ex comunista Serra). O la malediciamo sempre – scrive – o ne accettiamo «lo scomodo ma autorevole patrocinio». Se per lui è soltanto “scomodo” il fatto che un finanziamento europeo a scadenza ultra-prorogata (com’erano i 320 milioni di euro in scadenza il 30 giugno) sia il grimaldello di una costruzione faraonica, sporca di sangue e sbagliata sotto tutti i punti di vista, significa una cosa sola: che va maledetto lui assieme alla sua cara Tav, al fronte unico Pdl-Pd-Lega-sinistra varia ed eventuale che la appoggia, ai gazzettieri che la santificano e ai banksters e prenditori che ci lucrano. Sognando un’Europa delle Piccole Patrie, come la Val di Susa. Michele Serra, fai schifo. (a.m.)
se non ricordo male la sinistra radical chic che si trova a filofare sul nulla nei mesi estivi a capalbio non si oppone a un'autostrada che deturperebbe il luogo ameno dove si cazzeggia sul nulla. meglio ma molto meglio il no dei notav della valdisusa, motivata con controstudi con i fiocchi che solo un clown (senza offesa per i clown) come Michele Serra non ha letto perchè costa fatica, che la sindrome nimby dei filosofi e uominini politici da strapazzo che si ritrovano a Capalbio. la sarà dura ma vinceranno i no tav della val di susa. Luciano Panato
RispondiEliminaLa sinistra aderisce da sempre al progetto mondialista e globalista, dietro l'ipocrita alibi del pauperismo e del terzomondismo. Ma questo si sapeva; quello che è andato storto al popolo identitario è stato l'arrendevole atteggiamento del governo e della Lega in particolare che su tale questione non si è discostato da un andamento prono ai diktat dell'UE che son tutti di chiaro stampo etnomasochista...
RispondiEliminaHelmut Leftbuster
http://aristocraziaduracruxiana.wordpress.com/2011/07/01/t-a-v-progetto-globlista-e-ipso-facto-identitaristicamente-sbagliato/