"A mio parere il pericolo nucleare è forse solo un capitolo, senz'altro il più drammatico, che sta a indicare dove ci stiamo avviando oggi nell'età della tecnica dove, come ci avverte opportunamente Gunther Anders ne L'uomo antiquato (Bollati Boringhieri): «La nostra capacità di "fare", è ormai enormemente superiore alla nostra capacità di "prevedere" gli effetti del nostro fare». Questa pericolosissima situazione sottrae all'uomo ogni possibilità anticipatrice, e con essa quella responsabilità e padronanza che deriva dalla capacità di prevedere. La tecnica, infatti, che di per sè non ha scopi da realizzare che non sia il proprio autopotenziamento, è sostenuta oggi dall'economia che per i suoi scopi, tra i quali non rientra il benessere degli uomini ma esclusivamente l'incremento del profitto, ha un bisogno sempre maggiore di energia, per cui dallo scenario economico non possiamo attenderci nessuna autolimitazione". Umberto Galimberti, D di Repubblica, 11 giugno 2011.
ascoltiamo Carlo Rubbia premio Nobel per la Fisica, lui presidente dell'ENEA e collaboratore del CIEMAT(centro di ricerca sull'energia, l'ambiente e la tecnologia)spagnolo chi meglio di lui può sapere quanto è pericoloso il nucleare? come si può ascoltare uno che di lavoro fa l'oncologo come Veronesi? siamo ancora in tempo domani con il nostro si per fermarlo il nucleare. Grazie bellissimo intervento! Antonella Zarantonello
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