Ci risiamo: la Pigato Srl colpisce ancora. Dopo Laghetto 2, l’azienda di famiglia del consigliere comunale in affari Nico Pigato ce la ritroviamo anche fra i soci del piano Borgo Berga. E dopo l’ecologista Mario Cucinella, ieri è stata la volta del più international architetto portoghese Gonçalo Sousa Byrne: ha descritto quella che sarà «una città nella città», con 47 mila metri quadri di superficie coperta, di cui 17 mila per uffici, più di 11 mila per negozi, 18 mila di residenziale e 31 mila di garage. Committenti: la Maltauro, tornata ad essere attrice di primo piano nella politica del mattone in città, e la Codelfa di Tortona. Ma fra gli investitori di quest’altra bella cementificazione che affiancherà e ripagherà i privati della costruzione del nuovo tribunale, c’è la Pigato, ditta del consigliere braccio destro dell’assessore de facto alla mobilità, Claudio “Rotatoria” Cicero. Chiariamo: è del tutto legittimo che l’impresa tal dei tali agguanti un business come questo (al di là della magnificenza del progetto - «si è fatta molta attenzione alla gestione della luce solare, si è cercato di valorizzare gli elementi naturali, ecc» - non dimentichiamo che si tratta di un’operazione e-co-no-mi-ca). Tra l’altro, ricordiamolo per correttezza di cronaca, nella lista societaria la Pigato c’è da anni, non da oggi. Diciamo però che fa alzare le antenne il fatto che la stessa impresa sia riconducibile a un consigliere che oltre tutto, particolare decisivo, è passato in maggioranza. Ai bei tempi, più bellicosi e movimentati, del centrodestra del sindaco Hullweck, dai banchi della sinistra sarebbero partiti tuoni e fulmini contro questo palese caso di intreccio tra affari e politica. Avremmo visto i gazebi di Gianni Rolando, udito gli strali di Toni Dalla Pozza, annotato le critiche di Ciro Asproso, forse persino registrato le requisitorie del duo Alifuoco&Quaresimin. Adesso, con l’anestesia generale che paralizza il dibattito cittadino sulle questioni vere, cioè di denaro e potere, l’affarismo può dormire sonni tranquilli. Ronf ronf. (a.m.)
E no Alessio, adesso esageri. Ma uno che fa il consigliere comunale, e che costa alla collettività circa 2000 euro all'anno deve smettere di lavorare? Fai un'inchiesta seria, verifica se Pigato ha avuto dei favoritismi godendo del suo ruolo di consigliere, se la sua azienda ha avuto scorciatoie nei bandi, se ci sono irregolarità. Quando sono stai assegnati questi lavori? Insomma argomenta, informaci. VAi a vedere prima e dopo l'ingresso di maggioranza di Piagato quante delibere sono state votate da Pigato e dalla sua maggioranza che lo favorivano. Altrimenti ci stai dando una non notizia... regalando fango ai cittadini e sputtanando una persona presumibilmente seria e corretta!
RispondiEliminaIo ho avuto il piacere di conoscere il sig. Pigato, professionalmente, e mi sembra una persona seria.
RispondiEliminaPerò se un cementificatore fa anche il politico e propone di cementificare, beh, francamente, a una persona normale gli viene da pensare male.
Per cui sarebbe bello che il Sig. Pigato dimostri la sua estraneità a conflitti di interessi (in politica l'onere della prova va invertito)
Caro Anonimo 1 (ma firmarsi fa così schifo? vi vergognate del vostro nome e cognome?), io non sono un magistrato e un articolo non è un atto d'accusa giudiziario. Né è necessario imbastire un'inchiesta di tutto punto per fare, più semplicemente ma secondo me non meno significativamente, una segnalazione. Questa: c'è un politico, appartenente all'attuale maggioranza di governo della città, le cui tasche sono direttamente coinvolte in piani edilizi varati o portati avanti dall'amministrazione. Non so: ne vogliamo quanto meno parlare? Non mi pare "fango", questo. Mi pare fare informazione.
RispondiEliminaPs: se uno fa politica dovrebbe accuratamente evitare di entrare in operazioni che passano attraverso la politica. Mi pare il minimo. Ai massimi livelli, invece, esiste la vendita dell'azienda o il blind trust all'americana. Ma non è il caso del signor Pigato. Per quanto riguarda lui, basterebbe non comparisse nell'urbansitica comunale. Altrimenti, almeno a casa mia, si chiama conflitto d'interessi.
RispondiEliminaNon sono d'accordo, se è stato eletto, se ha avuto i voti, si vede che la gente pensa che possa prendere queste decisioni anche su materie che lo interessano senza pensare agli affari, e chi lo ha votato poi sapeva quello che faceva e gli interessi ed ha deciso di premiarli. E poi che parte potrà avere la sua ditta in un affare da poche decine di milioni? qualche punto percentuale?
RispondiEliminaLe prospettive cambiano. Tanto che il risultato per i cittadini è sempre lo stesso. Ma con meno strali e banchetti...
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