Io non sono sempre delle mie opinioni. G. Prezzolini

mercoledì 22 giugno 2011

Pp10 eco-chic


Stamane nella sala convegni del Caffè Galla ho assistito a una conferenza assolutamente superflua. L’architetto Mario Cucinella, firma del piano Green Way-Laghetto, ha esposto all’uditorio i vantaggi di costruire un quartiere nuovo di zecca, con 151 mila metri quadrati di edificato di cui 126 mila metri cubi di residenziale e 25 mila metri cubi di commerciale. Ha sciorinato una serie di considerazioni interessanti, alcune anche condivisibili nella loro banalità, ma decisamente opinabili.
Cucinella, chiamato a Vicenza dall’uomo-ombra dell’urbanistica variatiana, il trasversalissimo architetto Sergio Carta, ha sostenuto che l’area interessata necessita di un “completamento”, che così com’è, distaccata e per conto suo, abbisogna di una “identità” e, naturalmente, che il suo “concept” non ha nulla a che vedere col vecchio Pp10. Ora, che la zona graviti intorno a una piazzetta del mercato un po’ squallida è sotto gli occhi di tutti, ma ci sfugge il nesso causa-effetto con la nascita ex novo di un intero doppio filare di palazzine, sia pur compensate da un “corridoio ecologico”. Se una periferia, tra l’altro tranquilla e vivibile, è smorta, non si capisce che bisogno ci sia di aggiungere un altro pezzo di cemento, anche se progettato con tutti i canoni della sostenibilità. A me, profano, verrebbe in mente di rivitalizzarla con iniziative sociali e culturali coinvolgendo gli abitanti. Sull’identità, poi, Cucinella ha fatto un discorso ineccepibile e dalle sue slides coi concetti-chiave si desume che lui abbia realmente l’intenzione di dare vita a un quartiere-modello. Il problema è che, a quanto se ne sa, nella compagine dei proprietari privati non tutti sono d’accordo con lui. Ad esempio, sembra che la Pigato Srl non lo sia affatto e spinga per aumentare le volumetrie di costruito su cui, oltretutto, ci guadagnerebbe come ditta di calcestruzzi. Meno verde e meno chiacchiere ambientaliste, più betoniere e profitti. (A proposito: a fare da patron alla presentazione di oggi c’era proprio Nico Pigato. Ma era lì in qualità di consigliere comunale della lista Cicero in maggioranza, o di rappresentante di una parte interessata? Complimenti per il conflitto d’interesse, Mr Pigato e tutti voi signori di centrosinistra).
Il quibus sta appunto nella classica, fatidica domanda: a chi giova? La prima risposta è ovvia: ai proponenti (fra cui sarebbe interessante sapere se sono emersi tutti, o se per caso c’è qualche fiduciaria) e ai costruttori. Pigato docet, ma poi ci sono altri nomi eccellenti come la Gedis di Marcello Cestaro, i Fioretto, un ente pubblico come l’Ipab. Ma nel conto occorre mettere anche lo “scopo sociale”. Cucinella ha parlato di una “domanda che esiste”, riferendosi all’architettura di qualità. Ne siamo convinti anche noi, guardando gli orrori che abbruttiscono le città comprese la nostra (basta farsi un giro ai Pomari). E’ la domanda socio-economica a latitare, e drammaticamente. Gli anziani che stazionano nei loro appartamenti di proprietà, alla loro età, di sicuro non le lasciano. Le giovani coppie che possono permettersi non dico l’acquisto ma l’affitto sono poche, il resto è un deserto di precarietà e frustrazione. Con la crisi che imperversa, il mercato immobiliare è fermo. E allora, chi diavolo potrà mai stabilirsi nell’eco-chic Laghetto 2? Tiriamo a indovinare: i medio-ricchi non particolarmente sfondati, che invece di trasferirsi in villetta opteranno per una più modesta ma godibile sistemazione col suo bel verde e, non dimentichiamocelo, a due passi dal futuro Parco della Pace.
Non è il vecchio Pp10, questa “Via Verde” di Pigato-Variati. Ma politicamente è pure peggio. Sui volantini elettorali della lista civica di Achille sindaco, c’era scritto a caratteri cubitali “no al Pp10”. Non è che cambiando il progetto e riverniciandolo con le indubbie buone intenzioni di Cucinella si estingue il fatto nudo e crudo che Laghetto sarà ampliato con nuove case, che ciò genererà una maggiore concentrazione di traffico e si toglierà ulteriore spazio agricolo a un territorio saturo ed esausto. Lo ha ricordato lo stesso architetto: ogni “vuoto” non va obbligatoriamente riempito con un “pieno”. Cosa debba restare vuoto e cosa no, andrebbe fatto decidere ai residenti, prima che ai tecnici e ai politici. Invece questo “Green Way” è stato nascosto per un anno, stava per essere approvato sottobanco, e ora l’amministrazione lo fa presentare al suo autore a grandi linee, restando volutamente nel vago nell’attesa dell’immancabile “dialogo” coi cittadini. Se conosciamo il modus operandi di Variati, la tirerà in lungo fra assemblee, riunioni e fiumi di parole, per agitarlo come bandierina elettorale una volta ammansita l’opposizione degli abitanti (che, se si lascerà condurre dalla sinistra rossoverde filo-variatiana, sarà già di suo mansueta e prona). Ecco, mettiamola così: se la gente di Laghetto si piegherà, trangugiando il voltafaccia della giunta, allora non ci sarà più nulla da obbiettare. Se lo saranno meritato, questa schiaffo in piena faccia. Ma sia chiaro: spero di sbagliarmi. (a.m.)

4 commenti:

  1. Un progetto di questa portata ha bisogno di una rivoluzione mentale per essere digerito.

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  2. Sinceramente tutta questa necessità di nuove case io non riesco a vederla, nonostante tutte le belle idee dell'architetto. La rivoluzione mentale ci vorrebbe per ben altro.

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  3. povera Vicenza resta ben poco del verde....speriamo che la gente di Laghetto non voglia tutto questo cemento inutile. Già vedere la base Dal Molin in costruzione fa venire i brividi

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  4. LA GENTE DI LAGHETTO NON VUOLE ALTRO CEMENTO!!!

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