Io non sono sempre delle mie opinioni. G. Prezzolini

lunedì 20 giugno 2011

Cattaneo e le compensazioni bipartisan

Roberto Cattaneo è stato a capo del Comitato Sì Dal Molin che di fatto era il sindacato politico dei dipendenti italiani della caserma americana Ederle. Grazie alla notorietà guadagnata con lo scontro sulla base nell’arroventato biennio 2006-2007, è stato eletto consigliere provinciale nelle file dell’allora Forza Italia, oggi Pdl. Oggi, con la Ederle 2 completata al 65%, il muro contro muro fra contrari e favorevoli è un ricordo del passato. O per meglio dire è trapassata, in forma molto più blanda e innocua, nella contrapposizione sull’uso dei 62 mila ettari di area demaniale libera: da una parte gli alfieri del Parco della Pace (Variati sindaco Pd, Presidio e movimenti No Dal Molin, centrosinistra in generale) e dall’altra i sostenitori di un polo della protezione civile da collocare affianco della base (Lega Nord, comitato trasversale Alifuoco-Giulianati, una parte del Pdl fra cui lo stesso Cattaneo). Achille Variati è stato un mago nello sfilarsi dalla causa persa del no senza se e senza ma, dopo aver cavalcata per ragioni elettorali nel 2008; e lo è stato ancor di più nel riposizionare l’opinione pubblica nell’alternativa sì/no al Parco della Pace, in questo andando a braccetto coi No Dal Molin orfani di una bandiera per cui combattere. Nell’attuale fase, la si pensi come si vuole (io ad esempio sono stato sempre contro ma senza essere embedded al Presidio o a chiunque altro), il problema all’ordine del giorno è uno e uno soltanto: le compensazioni. Il danno è irreversibile, a questo punto portare a casa qualche contropartita che lo mitighi non è segno di resa all’esproprio di beni, lo confermo, non negoziabili: è senso di responsabilità per una città già abbastanza oltraggiata.
Ecco perché, se intuisco che in Cattaneo c’è la preoccupazione per non presentarsi a mani vuote alle elezioni provinciali dell’anno venturo, parlandoci insieme noto anche un timore obbiettivo, reale, che è anche mio, cioè che Vicenza rimanga con un pugno di mosche, cornuta e mazziata. A tutt’oggi gli unici soldi stanziati dallo Stato centrale sono gli 11 milioni di euro per la bonifica dell’area e per la progettazione della tangenziale nord, che però ne dovrebbe costare 30 volte tanto. «Ognuno va in ordine sparso», esordisce Cattaneo. «Variati, giustamente, si sta muovendo, ma lo sta facendo solo per il Parco della Pace. Speriamo che Schneck mercoledì riesca a strappare un vero appoggio da parte del governo per fare pressione sulla Provincia di Trento per il sì alla Valdastico Nord». Dopodomani il presidente leghista della Provincia, Titti Schneck, sarà a Roma da Gianni Letta per perorare la causa del collegamento autostradale col Trentino, senza il quale non potrà essere prolungata la concessione dell’autostrada Brescia-Padova alla società Serenissima che Schneck presiede. Tale passaggio è la chiave di volta per poter ottenere i futuri finanziamenti per la tangenziale che unirà Ederle e Ederle bis. A Titti non frega nulla del Parco, e ad Achille sembra fregargli gran poco della tangenziale. Procedono paralleli. Cattaneo, nella maggioranza di Schneck, incolpa Variati: «Ci voleva un tavolo che mettesse assieme tutte le realtà coinvolte e che parlasse con una voce sola: quella del sindaco della città. Invece Variati ha fatto una concertazione due anni fa, ma poi non si è fatto portavoce di tutti. Ma d’altronde lui ha scelto di non dire la verità, e cioè che la base si sarebbe fatta, e ora può essere troppo tardi. Il progetto di parco aperto dell’architetto Kipar lascia grossi dubbi: chi lo sorveglierà? Come si pagherà la manutenzione? Un parco è sì una compensazione, ma se passerà dal demanio al Comune, e io credo che Variati questo lo otterrà, il costo sarà tutto a carico del Comune, cioè dei vicentini». Poi Cattaneo si lancia in una proposta che, detta da lui che aveva bloccato al Consiglio di Stato la consultazione dell’ottobre 2008, suona piuttosto stupefacente: «Perché non indire un referendum su cosa fare del lato est? O almeno un tavolo di confronto. Io vedo bene una sede della protezione civile prima di tutto perché è necessaria, avendo constatato con l’alluvione la vulnerabilità del sistema di soccorso, e poi così salveremmo le strutture già esistenti. Mi riferisco a quelle dell’ex aeroporto. Come la Equizi, poi, penso si dovrebbe salvare l’aeroclub». Domanda: voi fautori della protezione civile al Dal Molin pensate che costruire la nuova sede accanto alla base sia un mezzo per scongiurarne un’eventuale espansione? Cattaneo allarga le braccia, sgrana gli occhi e mi fa cenno di sì con la testa, come se avessi detto la cosa più ovvia del mondo. «Il punto è che se quel terreno è della città dev’essere di tutti i cittadini, e non solo di una parte. Perciò il sindaco deve farsi portavoce di tutte le istanze». Poi s’infervora: «Non mi devono venire a dire, quelli che vogliono solo il parco, che sono contro la cementificazione. Variati sta varando il Pp10 bis, ad appena 400 metri in linea d’aria. Dove sono la Bottene, Pavin, Albera e tutti gli altri? Perché in questo caso non scendono in piazza contro il cemento? Non ci sarà aumento del traffico, col nuovo Pp10?». Effettivamente, fatte le debite proporzioni di principio e d’impatto fra un’installazione militare straniera e una più ridotta lottizzazione urbanistica, l’infilzata non fa una piega. Cattaneo conclude ecumenico: «Ora è il momento di agire insieme, coinvolgendo quanto più possibile la popolazione». Se Schneck e Variati non tornano a parlarsi, la vedo veramente difficile. Purtroppo, un’accettabile unità d’intenti passa anche – se non soprattutto – per accordi che col Dal Molin non c’entrano niente. Ad esempio con la speculazione commerciale targata Lega sul Cis, che però è saltata. E saltando quella è retrocessa alla serie B l’operazione immobiliare che ne era il contraltare di centrosinistra: il piano Vicenza Futura per il nuovo stadio cittadino. C’era uno scambio fra Comune e Provincia, fra sinistra e destra, fra questi due mega-affari. Adesso è tramontato, per il venir meno di quello provinciale (e per la virata di Achille su altre zone d’interesse, come l’asse viale Milano-viale Mazzini e appunto il neo-Pp10). E mo’? Mo’ i vicentini rischiano di ritrovarsi con un’immensa, certamente bellissima distesa di verde. Meglio di niente. Appunto: di niente. (a.m.)

2 commenti:

  1. Lei ha centrato perfettamente il rischio che la Città corre nel vedersi sotrarre un'opportunità di rilevanza regionale e nazionale (la sede della protezione civile) a fronte di un parco che difficilmente verrà utilizzato dai vicentini in quanto Il Comune non potrà permettersi di garantire sicurezza, manutenzione e programmazione di eventi. Teniamo presente che Vicenza ha circa 120 mila abitanti e parchi per ulteriori 650 mila mq. oltre ai colli berici. Comprendo la necessità di verde ma il cittadino deve poter contare anche su infrastrutture che possano assicurare servizi e sicurezza alla collettività. Il fatto, ad esempio, che in una città come Vicenza ci siano zone dove la rete fognaria non riceve più dopo un innocuo acquazzone di un giorno, vuol dire che si è già costruito oltre quanto possono sopportare le infrastrutture attuali; lo stesso Pp10 che interesserà la zona di Laghetto e Sant'Antonino e del quale si parla solo oggi, andrà ad appesantire ulteriormente tale deficienza. E le nuove emergenze chi le affronterà: gli angeli del fango? E' il coordinamento sarà quello che abbiamo visto nella recente alluvione? La palla pertanto passa a quegli amministratori che pur di non assumere alcuna responsabilità, preoccupati solo del consenso, lavorano esclusivamente come custodi della Città perchè domani ci sarà qualcun'altro che penserà a quello che effettivamente doveva essere fatto: ma sarà troppo tardi!

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  2. Cattaneo si sveglia ora per le compensazioni? Prima si é fatto i comodi suoi appoggiando la costruzione di un mostro edilizio nonché base militare e ora é qui a dire agli altri che cosa e meglio fare o non fare...che ipocrisia immensa! Nessuna compensazione ripagherà la città quando la base sarà operativa...

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