Alluvione vicentina? No, torinese. Càpita che per sapere cosa pensi davvero il sindaco della propria città occorra leggerne le dichiarazioni su giornali nazionali. Vuoi per la comprensibili remore dell’interessato a dire tutta la verità ai concittadini quando questa dovesse essere una verità amara da digerire, vuoi per la latitanza della stampa locale, che spesso non fa le domande giuste. Sul pericolo di una nuova inondazione ad un anno esatto da quella che colpì violentemente Vicenza, l’interrogativo da porre ad Achille Variati è semplice semplice: rischiamo o no un’altra alluvione? L’installazione delle sirene lo conferma indirettamente, e nessuno in città ha dubbi in proposito. Però, per esigenze di comunicazione, il sindaco evita accuratamente di ammetterlo pubblicamente e schiettamente. Ai vicentini. Lo ha detto ai lettori della Stampa, quotidiano di Torino sia pur tra i più importanti del Paese. «Di sicuro se piove come l’anno scorso, Vicenza e dintorni tornano sott’acqua»: chiaro, conciso, lapidario, così parlò Achille al cronista sabaudo. Mi pareva giusto farvelo sapere.
Casa Vianello. Gustosa la polemica sul Giornale di Vicenza fra l’ex senatore Giuliano Zoso, il presidente di Aim Paolo Colla e un altro ex democristiano, Alberto Zocca (padre del consigliere comunale Marco, del Pdl). Il primo, con un intervento di due settimane sul GdV, in sostanza poneva il problema della permanenza del tecnico Dario Vianello al vertice della multiservizi comunale, lo stesso Vianello che aveva condiviso le decisioni, definite “delinquenziali” dal centrosinistra variatiano, della controversa gestione targata centrodestra. E avanzava un’ipotesi ben precisa e nient’affatto peregrina, visti gli storici rapporti di vicinanza che legano Vianello a Variati: Colla sarebbe un traghettatore, è il buon Dario il presidente Aim in pectore per il 2013 se Achille dovesse essere rieletto alla guida del Comune. Colla gli risponde seccato con un’altra lettera in cui espone tutta una prevedibile pappardella aziendalista (l’obbiettivo è migliorare il servizio, le sfide si vincono collettivamente, le difficoltà del mercato richiedono sostegno ecc) per liquidare le critiche di Zoso come dietrologia gratuita ad onta di «collaboratori di indubbia capacità e specchiata moralità». Ieri, una lettera di Zocca Sr controbatteva a Colla rilevando come abbia svicolato sul merito, che è questo: se Vianello ha avallato scelte sbagliate e dannose per Vicenza ed è stato riconfermato direttore generale, significa che Variati lo copre e sospettare diventa legittimo. Poi si avventura nella difesa del vecchio in house (un sistema, purtroppo o no, per legge in via di archiviazione in tutta Italia) tramite gli affidamenti diretti, con un cipiglio che a noi potrebbe far sospettare di rimando che sia saltato qualche affare particolare. Sulla contestatissima piattaforma di Marghera, di cui Aim vuole sbarazzarsi, Zocca sostiene la fattibilità di tenerla per smaltire rifiuti. Ma la Provincia di Venezia non è di parere contrario?
Alle somme. Tralasciando il dettaglio comico per cui Zocca ha capito fischi per fiaschi sul giudizio di Zoso a proposito dell'inamovibilità di Vianello, che per l'ex senatore è un male e non un bene (basta leggere…), il triangolo di accuse e controaccuse rende con plastica evidenza una brutta abitudine di chi è al potere: rispondere col silenzio. A casa mia, chi tace acconsente.
BpVi e quei segreti bancari… Praticamente la notizia è stata oscurata, eccezion fatta per VicenzaPiù che l’ha correttamente data col dovuto risalto: assieme ad altre ventiquattro banche italiane, la Banca Popolare di Vicenza di Gianni Zonin è stata declassata dall’agenzia di rating Standard &Poor’s, e ora è appena un gradino sopra la soglia critica. Per carità, lungi da me santificare i verdetti di analisti che non sono affatto indipendenti né dovrebbero avere il diritto divino di mettere in ginocchio interi paesi. Però, se tali giudizi valgono per gli Stati e scatenano reazioni di cui finiamo per pagare il conto tutti noi, non si vede perché debbano essere presi sotto gamba quando riguardano un istituto bancario. Il corollario divertente è che quest’oggi il vicepresidente di Assindustria Vicenza con delega alla finanza, Luciano Vescovi, intervistato da Marino Smiderle penna cara a Zonin, fa un bilancio della situazione creditizia per le imprese locali (lanciando una proposta che a naso non pare molto attuabile, i bond territoriali) e prende le difese delle Popolari. Smiderle, con perfidia forse involontaria, ricorda che Vescovi è nel cda di Banca Nuova, che fa capo sempre alla Popolare di Vicenza. E infatti Vescovi non fa il minimo cenno alla caduta di credibilità della “sua” banca. Che evidentemente, a dispetto di tutti i peana che le vengono tributati dal coro dei cantori zoniniani, non deve essere messa poi tanto bene. Segno che in questi anni non è stato tutto oro quel che ha luccicato…
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