Il fronte contrario, il cui nerbo è costituito dagli agguerritissimi Cat (Comitati Ambiente e Territorio), è sul piede di guerra dal 2007. Nei mesi scorsi hanno intasato gli uffici tecnici dei due comuni con ben 10.500 osservazioni, con un lavoro di ostruzionismo formidabile ma, a quanto pare, inutile. A loro si sono aggiunti la Confesercenti di Padova, Legambiente, Confagricoltura e i partiti di opposizione in Regione, l’Idv, Rifondazione, l’Udc e il Pd (che un po’ di coscienza sporca ce l’ha, come abbiamo visto). Tutti insieme stanno organizzando una marcia di protesta, divisa in due cortei uno con base a Mira e l’altro con partenza da Padova, per portare 11 mila firme ai Comuni, alla Provincia e alla Regione.
Il senso, o meglio il nonsenso, dell’obbrobrio Veneto City lo ha spiegato alla perfezione Antonio Draghi dei Cat: «Il mostro di Veneto City è una speculazione edilizia di dimensioni gigantesche. Probabilmente la più grande d'Italia. È fondata sulla massima esaltazione della rendita fondiaria. In estrema sintesi: si cambia la destinazione d'uso di un'area di 2,5 milioni di metri quadri da agricola a edificabile. Zero rischio di impresa. Basta l'indice urbanistico ad ottenere i crediti in banca. E così, società con appena 10-30 mila euro di capitale ottengono la complicità dei Comuni che mirano a incassare qualche centinaia di milioni in oneri di urbanizzazione. Ma dov'è la pubblica utilità? L'accordo di programma parla di urgenza e indifferibilità per questo progetto assurdo. In cosa consistono, se non nell'interesse dei privati?» (Il Manifesto, 14 settembre 2011). Le alluvioni non hanno insegnato nulla: si continua a spargere cemento. Il default greco e la recessione mondiale sono lì a spaventarci ma si va avanti con gli stessi metodi di prima: speculando, e per giunta sulla terra. La disoccupazione dilagante e le tasche vuote dei consumatori non dicono nulla a questi apprendisti stregoni che rincorrono stoltamente l’espansione dello shopping: se il megacentro non si riempirà di clienti e se l’economia non girerà, come verranno garantiti i posti di lavoro nei negozi e gli affari tutti sulla carta? E’ l’assurdità criminale della logica speculativa: si divora il futuro per un guadagno facile e immediato. Benvenuti nel Nordest che non impara niente (in buona compagnia: dall’America all’Europa passando per il Fmi e i governi marionette delle banche, è un imperterrito perseverare nel peccato originale di questa crisi: lo sviluppo per lo sviluppo, il debito che si aggiunge a debito, ipoteche su ipoteche che ci condannano a vita). (a.m.)
un assurdità dopo un alluvione come quella del 2010 e in piena crisi...ma nessuno si ribella come dovrebbe.... ci vorrebbero i fucili ormai! ma hanno fatto terra bruciata prima di ideare queste opere. Non ci resta che ribellarci noi con i nostri acquisti boicottando questi centri commerciali
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