Spietati coi deboli

Fra tutte le ordinanze sceriffesche, quella contro i mendicanti è la più vile e schifosa. Inaugurata per la prima volta dalla precedente giunta di centrodestra, attualmente è in vigore per volontà di un centrosinistra che è riuscito persino nell’intento di farla passare, per restare nell’alveo dei dettami costituzionali, come “urgente e contingibile”, come se chiedere l’elemosina costituisse chissà quale grave minaccia per l’ordine pubblico.

Da inizio anno a oggi sono state staccate 423 multe da 50 euro l’una. Regolarmente non pagate dagli accattoni, che essendo tali i soldi non li hanno, e perciò li chiedono ai passanti. Un’ordinanza farsa, insomma. E crudele, perché pur di farla rispettare i vigili devono requisire i gruzzoletti racimolati nelle ciotole. Si dice che dietro ci sia il racket, ossia lo sfruttamento. Si persegui il relativo reato allora, cioè gli sfruttatori. Invece no, è più comodo e facile prendersela con l’ultimo ingranaggio della macchina, sempre che tale macchina di finto accattonaggio ci sia. Intanto, si confiscano gli euro a tutti i mendicanti indiscriminatamente, compresi coloro che mendicano per conto proprio, perché sono poveri e soli. Ma anche gli sfruttati sono poveri e per di più alla catena di criminali senza scrupoli. Ma si preferisce comunque infierire sulle vittime, anziché cercare a monte i veri colpevoli.

L’aspetto che fa più senso, però, è un altro. E’ l’intenzione, per altro non nascosta, di far sparire questi esseri sgradevoli alla vista, questi sgorbi sudici e cenciosi, dai luoghi più frequentati, più belli, della città. Rovinano il decoro borghese, sono macchie nel quadretto idilliaco del benessere di facciata. E’ questa ipocrisia che spazza via negli angolini persone in carne e ossa, i reietti ed esclusi, come fossero immondizia umana, è questo che rende l’accanimento sui “barboni” una mostruosità. E nessuno dice niente. Pietà l’è morta. (a.m.)