Avevo scritto che il centrodestra dorme beato facendo un’opposizione all’acqua di rose. Quando si decide a muovere contro l’amministrazione Variati, però, attacca a sproposito. Giovedì 29 settembre il Pdl marcerà nel quadrilatero della micro-criminalità, Campo Marzo-viale Milano-via Torino-via Firenze, a rimorchio di un’iniziativa della sua sezione juniores, la Giovane Italia, braccio armato dell’assessore regionale Elena Donazzan (nella foto). La zona è infestata di spacciatori, balordi, rissaioli, in genere immigrati, non di rado clandestini. Le ricorrenti retate delle forze dell’ordine servono a poco: ripuliscono le strade per un giorno e quello successivo il pus si riforma tale e quale.
Giocoforza: per estirparlo bisognerebbe avere i mezzi. Parlo di risorse sufficienti per una sorveglianza degna di questo nome e di leggi degne di questo nome che non rimandino a piede libero i delinquenti e gli irregolari. Invece la situazione è che i sindacati di polizia sono imbufaliti col governo Berlusconi per aver tagliato senza pietà il settore della sicurezza, e che abbiamo una legge Bossi-Fini tanto dura quanto inconcludente. In barba ai proclami elettoralistici, il centrodestra che sta a Palazzo Chigi non ha dato seguito concreto alla tanto sbandierata promessa di garantire l’ordine pubblico. I poliziotti di quartiere, ad esempio: qualcuno se li ricorda più? Hanno prodotto miglioramenti significativi? E le ronde della Lega (che il centrosinistra qui a Vicenza voleva imitare, sia pur con il crisma ufficiale del Comune): che fine hanno fatto?
Ha ragione il segretario provinciale del Pd, Federico Ginato: i chiacchieroni del Pdl dovrebbero prendersela con sé stessi, o meglio col loro scalcinato e fallimentare governo. Il sindaco Variati non ha nessun potere di intervento operativo contro la delinquenza, che è esclusivo compito di magistratura, polizia e carabinieri snidare e perseguire. La verità è che il centrodestra punta a bonificare l’area dagli immigrati, cominciando col togliere le licenze ai commercianti di origine straniera che in gran numero si sono insediati negli anni. Ma se le attività sono in regola, se le abitazioni si spopolano e vengono occupare da immigrati, generando una reazione a catena che deprezza il valore degli immobili inducendo alla fuga degli italiani, se vendere alcolici nei bar non è ancora reato, tutto ciò non può essere addebitato come colpa alla giunta in carica, di qualunque colore politico sia. Variati ci ha anche provato a fare la faccia feroce, emanando un’ordinanza inutile che costringeva i negozianti a chiudere i battenti secondo un orario da coprifuoco. Ma non è legalmente e socialmente pensabile trasformare un intero pezzo di città in un quartiere-fantasma.
Semmai si dovrebbe agire in senso contrario: rendendolo più vivibile, con spazi culturali e di socialità, magari destinati apposta agli immigrati. Aspettando il nuovo municipio che sorgerà proprio lì in zona, l’unico strumento che ha in mano il Comune è rivitalizzare coinvolgendo prima di tutto loro, gli extracomunitari. Qualcuno si degna di ascoltare cos’hanno da dire? Oppure, tolta la destra che rimesta stancamente in un vago razzismo, anche la sinistra è capace solo di blaterare di consigli dei migranti invece di produrre fatti? Il senso finale è che sulla sicurezza fanno tutti demagogia a buon mercato, e i cittadini residenti continuano a fare i conti, da soli, col piscio, gli accoltellamenti, la droga e gli ubriachi molesti sotto casa. (a.m.)
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