Di regola non vado a votare, tranne ai referendum e in casi eccezionali. La democrazia rappresentativa, infatti, non è democrazia, è il sistema con cui noi sudditi ratifichiamo decisioni dell'oligarchia politica basate su interessi economico-finanziari. Per essere tale, una democrazia dovrebbe essere comunitaria, circoscritta in ambiti locali e diretta. Un esempio che abbiamo sotto gli occhi è la rifondazione della piccola Islanda, che sta riscrivendo la propria Carta fondamentale con assemblee popolari sul territorio, facendo circolare e inviando le proposte ai deputati costituenti (scelti fra chi non avesse una tessera di partito, cioè azzerando tutto) tramite Internet.
Per capirsi: tante Islande riunite in uno Stato come può essere un'Italia davvero federale (magari all'interno di un'Europa contenitore di popoli e non facciata istituzionale delle banche). Detto questo, nell'attuale frangente storico, io uno come Nigel Farage europarlamentare dell'UKIP (Partito per l'Indipendenza del Regno Unito), lo voterei subito e con entusiasmo.
Guardatevi questi tre video e ascoltate i suoi discorsi (di cui naturalmente i media di regime in Italia non vi parleranno mai). Sarà di destra, ma siccome è sugli immani problemi della catastrofe globale che bisogna prendere posizione, destra o sinistra diventano nel senso più concreto rottami della Storia. (a.m.)
Io l'ho già nominato successore di Lord Byron!
RispondiEliminae invece qui i veri democratici....? altro che referendum che tristezza! per fortuna non siamo tutte pecore
RispondiEliminaE dopo il Brexit, PUF! Sparito in una nuvola di fumo hahaha
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