Oggi ne abbiamo letta una che avremmo mai pensato di leggere. Proprio vero che la realtà supera sempre l’immaginazione. L’immaginifico Umberto Curi, scrittore e docente di filosofia a Padova, nel suo articolo di oggi sul Corriere del Veneto è arrivato a paragonare il governo fantoccio di Mario Monti al “governo dei filosofi” teorizzato da Platone nella Repubblica. Non sarò certo io, povero profano, a dover ricordare all’insigne professore che il sommo Platone prevedeva che i sapienti atti a governare fossero prescelti fra i più intellettualmente dotati nella subalterna classe dei guerrieri. Secondo l’idea tipicamente greca dell’indole innata, il fondatore dell’Accademia vagheggiava un percorso educativo a tappe che avrebbe individuato i migliori sotto tutti i punti di vista. Tranne uno: l’abilità nell’interesse economico, “crematistico”, avrebbe detto più avanti Aristotele. Insomma il venale profitto in denaro. Questa competenza è lasciata alla classe più bassa, di coloro che devono lavorare e far di conto perché il tratto distintivo della loro anima è la cupidigia, la brama di possesso. Ecco, fatte tutte le debite proporzioni storiche e sociali, a me i personaggi che ci ritroviamo oggi a Palazzo Chigi tutto fanno venire in mente tranne una predisposizione al disinteresse, a misurare la realtà secondo canoni idealistici, alla giustizia come bene comune svincolato dalla dimensione economica. Sono anzi i campioni tecnocratici del pensiero dominante, che riduce la politica ad amministrazione di bilancio per conto dei mercati desiderosi di surplus e dividendi, coi cittadini a fare da spettatori esautorati e impotenti. Intendiamoci: anche il berlusconismo era un’espressione di questo immaginario da bottegai e affaristi, per giunta senza scrupoli e aggiungendovi un pesante dose di laidezza e arroganza. Ma con Monti e la sua fairy band siamo al capolavoro della dittatura dell’Economico sul Politico, della finanza sulla vita, della tecnica sugli ideali. Che cavolo c’entrerà mai la Kallipolis di Platone con il trionfo dei guardiani della speculazione, questo lo sa solo Curi, il filosofo organico al Pd. (a.m.)
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