So che da parte di un ragazzo poco più che trentenne come me, senza galloni né benemerenze da vantare, potrà sembrare irritante dare pagelle a più anziani e blasonati opinion-maker, ma questo è solo un modesto blog e saremo ancora pur liberi, vivaddio, di scrivere sui muri (virtuali). A qualche mio amico lettore che mi ha chiesto di commentare le opinioni di certi togati opinionisti vicentini, rispondo così: non posso commentare il nulla. Mi riferisco alle banalità di Antonio Baldo (nella foto), alle trombonate di Mario Giulianati, alle omelie di monsignor Nonis. Questi non li leggo mai, farlo è fatica inutile come sorbirsi un’articolessa di Eugenio Scalfari. Senz’altro più urticante e quindi interessante il teo-con Italo Francesco Baldo. Tutta democristaneria tipicamente berica, comunque. Gli unici che sul Giornale di Vicenza a mio parere valgono la lettura sono Francesco Jori, che fa un minimo di controcanto al pensiero corrente locale, e il direttore Ario Gervasutti, destra schietta anche se non, per fortuna, coi toni grandguignoleschi di un Sallusti. La domanda è: perché sottostimare i vicentini al punto da non cercare di vivacizzare il morto stagno delle idee lanciandovi di tanto in tanto qualche sasso critico? (a.m.)
d'accordo (tranne che su italo baldo, scrive malissimo e sempre le stesse cose)
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