Il discorso di Roberto Zuccato è stato spacciato per attacco atomico alla politica quando invece è stato, più modestamente ma più sottilmente, il lancio della propria candidatura alla presidenza della Confindustria Veneta. Per controprova basta scorrere il diluvio di dichiarazioni fra il favorevole e l’entusiasta fatte da tutti i suoi colleghi in regione. Si deve sapere, infatti, che fra gli industriali vigono regole decisionali da conclave, roba che neanche i segretari di partito nell’assegnare i seggi col Porcellum: si chiudono in una stanza, i massimi vertici del sindacato padronale, e spartiscono le cariche sulla mappa come in un risiko senza battaglia. Zuccato succederà a Tomat, e a Vicenza il suo attuale vice, Giuseppe Zigliotto, succederà a Zuccato.
Non si è fatta attendere l’intervista a Zigliotto sul Corriere del Veneto (6 luglio). Il prossimo presidente in pectore non ha fatto altro che ribadire i concetti già espressi da Zuccato («vogliamo i fatti»), declinandoli sul piano locale: Tav, Valdastico e tangenziale nord. Così ha chiarito che lui si muoverà sulla stessa scia del predecessore. Un messaggio agli associati che dovranno ratificare l’investitura in alto loco, ma anche ai politici che dovranno saper leggere fra le righe. E gli spazi fra le righe, ai lettori di questo blog, vorrei renderli visibili io raschiando via l’abituale inchiostro simpatico. Zigliotto presidente nel 2012 significa un fatto ben preciso: nessuna concessione al vecchio sistema di potere che dominava l’associazione degli imprenditori berici, che aveva i suoi boss nella famiglia d’acciaio e finanza Amenduni e, nel capoluogo, nel palazzinaro Gaetano Ingui. In minoranza sono e in minoranza resteranno, con tutti i loro scherani. Di qui discende un altolà netto e deciso alla loro beniamina che sogna la poltrona di sindaco: la leghista Manuela Dal Lago. Senza l’appoggio di Assindustria, niente marchette sul Giornale di Vicenza come ai tempi della direzione di Giulio Antonacci. E niente finanziamenti, che molti nel Pdl stanno già chiedendo col cappello in mano per non farsi stritolare come vasi di coccio fra i due vasi ferro, che sono la Manuela da una parte e Achille Variati dall’altra.
Intesi: che attraverso Zigliotto si continui sulla linea Zuccato è un bene per Vicenza. Meglio loro di quelli prima (prima di tutto sotto il profilo umano: lobbisti tutti, ma questi almeno con senso della decenza). Non sarà un caso che oggi sia saltata fuori una reazione stizzita e un po’ sopra le righe da parte della Dal Lago contro Zuccato: «populista», gli ha detto. I cordoni della borsa li hanno in mano gli industriali, e quelle poche voci dissonanti dal coro come quella di Manuela tradiscono solo quanto bruci la sconfessione pubblica da parte dei poteri forti locali. Perché quando i poteri forti si lamentano dell’inefficienza dei politici, è come quando i padroni fanno la ramanzina ai loro pigri e riottosi camerieri: devono darsi da fare di più, devono obbedire di più. (a.m.)
Nessun commento:
Posta un commento