Io non sono sempre delle mie opinioni. G. Prezzolini

sabato 9 luglio 2011

Il Pecorino è andato a male


Meglio tardi che mai. Oggi l’assessore Massimo Pecori (Udc) si è dimesso per non essere d’ostacolo alla nomina a capo della Procura di Vicenza di suo padre Paolo, che attualmente ne è il reggente dopo il pensionamento dell’ex procuratore Ivano Nelson Salvarani. Pecori Jr spiega l’improvvisa e inaspettata decisione come una scelta dettata dall’opportunità. Sostanzialmente un aiuto per facilitare quel finale di carriera che papà Paolo sta cercando in tutti i modi di ottenere. Ed effettivamente una questione di opportunità fra un padre procuratore e un figlio assessore ci sarebbe.
Massimo, però, respinge l’altro aspetto, più serio e di sostanza: l’incompatibilità fra il suo ruolo di  legale del foro berico (e di sua sorella, anche lei avvocato) e quello del babbo, sostituto prima, reggente ora e procuratore domani. Insomma l’esponente Udc si assume la responsabilità del dato più politico ma non riconosce il risvolto più pesante. Quello, probabilmente, che potrebbe essere giunto all’orecchio del vicepresidente del Csm, Michele Vietti, dell’Udc anche lui. Un’ipotesi, infatti, vede l’alto papavero del partito che fa arrivare a Vicenza un messaggio chiaro: se Pecori Sr vuole la promozione, deve provvedere a togliere da ogni imbarazzo l’Udc e far dimettere il figlio. In caso contrario il palese caso di incompatibilità (che solo un giornale ha trattato, VicenzaPiù) potrebbe esplodere come una bomba e generare un’antipatica grana.
Pecori Jr lascia un assessorato con deleghe delicate e strategiche. Non parlo della cenerentola turismo, naturalmente, ma del ben più succulento patrimonio da dismettere, del decentramento (con gli oboli che concede qua e là ad associazioni e gruppi di quartiere per ingraziarsene i voti), e del fondamentale settore degli affari legali ivi compreso il giudizio di congruità sui piani urbanistici, polpa dell’amministrazione di un territorio. Qui ci vuole, per dirla papale papale, un uomo che faccia quel che gli dica il grande capo, il sindaco Variati. Un uomo che sappia gestire le patate bollenti e metta la sua firma anche là dove ci vuole sprezzo del pericolo per apporla. Uno né troppo debole né troppo forte. Se l’Udc non glielo fornirà, l’autocrate Achille potrebbe essere tentato di bypassarla e insediare qualcuno del Pd, o comunque una persona di sua completa fiducia. Sembra che il consigliere udiccino Daniele Guarda, privo di pelo sullo stomaco, non corrisponda al ritratto. Già meglio Roberto Cavazza. In ogni caso per la giunta di centrosinistra è un duro colpo. Staremo a vedere cosa si inventerà adesso la premiata coppia Achille&Jacopo (Bulgarini d’Elci, immaginifico spin doctor) per infiocchettare la notizia e innocuizzarla agli occhi del popolo bue. (a.m.)

7 commenti:

  1. Post intrigante. Ho però un dubbio: siamo sicuri che sia di competenza dell'Assessore agli affari legali (ripeto: dell'Assessore) la firma (ripeto: la firma) di quello che lei chiama "giudizio di congruità sui piani urbanistici"?
    E' così o questa è la solita "leggenda vicentina"?
    Proverei ad approfondire la questione.

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  2. due aspetti. primo: non è vero che solo vicenzapiù ha scritto dell'incompatibilità (per me presunta). io l'ho letta in un articolo di tolettini sul gdv. secondo: di queste "incompatibilità" è pieno il mondo, e non solo reali. lo sarebbero nel caso in cui il figlio fosse difensore di un imputato e il padre fosse il pm che segue l'inchiesta. che sia pm o procuratore non cambia niente (e già oggi lo è!), e poi i due pecori jr sono avvocati civili. diverso il caso dell'assessorato, ma in questo caso è questione di opportunità politica. mi pare che i problemi siano altri... o no? caro mannino, stia attento lei a non raccontare fregnacce al popolo bue...
    stefano

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  3. Caro Stefano, Tolettini ne avrà scritto, ma VicenzaPiù ha lo ha posto come problema da risolvere. Quanto all'incompatibilità, non sono d'accordo con lei: onde evitare anche il minimo sospetto di interferenze familiari, il figlio va a lavorare da un'altra parte, civilista o penalista che sia. Specioso e triviale l'argomento del "così fan tutti", poi: anche se tutti lo facessero, tutti sbaglierebbero. Fuori di metafora: anche se di incompatibilità è pieno il mondo, ciò non redime l'incompatibilità in quanto tale. I problemi sono altri? Ce ne sono di più grandi, certo, fatto sta che lo stesso Pecori jr ha dovuto ammetterne l'esistenza e ha correttamente agito di conseguenza.

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  4. io non ho detto così fan tutti, ma che di incompatibilità del genere è pieno il mondo e liberarsene a priori non aiuta a togliere i dubbi o i sospetti. perchè? perchè c'è sempre qualcuno che, in buona o in cattiva fede, li alimenta ad arte. la cultura del sospetto mi dà fastidio, perchè se i dati sono certi ok, ma altrimenti sono parole. le racconto quanto mi aveva riferito un amico qualche mese fa: vicenzapiù aveva pubblicato con evidenza un servizio sulle proprietà della famiglia dell'avvocato dal ben (che francamente non avevo mai sentito nominare), genero di un funzionario dell'agenzia delle entrate di arzignano indagato per le mazzette nella concia. letto e riletto l'articolo, il mio amico non aveva capito in che maniera l'avvocato c'entrasse; in quel caso, il giornalista aveva commentato che non era il massimo per lui (incompatibilità?) difendere altri indagati nella stessa indagine visto che suo suocero era indagato. il mio amico la ritenne una puttanata intercontinentale, come la chiamerebbe galan. poi un altro amico gli aveva suggerito questa chiave di lettura: il direttore di vicenzapiù è indagato in un'altra inchiesta per fatture false, ed è stato tirato pesantemente in mezzo da due fratelli, i quali sono difesi proprio dall'avvocato dal ben. è per questo che vicenzapiù fa le pulci all'avvocato, dissertò.
    sa cosa ne penso? che, come per la storia della famiglia pecori, tutto questo parlare sia un vaniloquio. o uno di dice "papà ha fatto questo piacere illecito al figlio" e me lo documenta, oppure le considero chiacchiere al vento. come in politica, e non a caso pecori jr si è dimesso da assessore, non ha cambiato foro come avvocato.
    stefano

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  5. Ma vede Stefano, secondo me lei confonde la cultura del sospetto con la cultura della correttezza. Non pretendo che si torni ai ministri che si dimettevano se scoperti a rubare la cancelleria nell'ufficio, ma la dignità delle istituzioni dovrebbe imporre che non possa esserci alcuna possibilità ex ante di approffittare di qualsivoglia, anche minima, situazione ambigua o potenzialmente vantaggiosa. Il problema che io pongo è etico, non giudiziario o politico. Etica pubblica: ha presente questa parola?

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  6. Prima parte
    Che Vietti si sia mosso in quel senso sembra che non ci siano dubbi. Ma il vice presidente del CSM dovrebbe essere al disopra delle parti e non dovrebbe prendere certe iniziative. In tutti i casi sembra che la manovra sia andata buca perché, stando a voci di corridoio di Montecitorio, l'attuale procuratore reggente di Vicenza, nell’apposita commissione del CSM, avrebbe preso un solo voto nella designazione dei soggetti per l'ambito incarico. E per giunta da un componente laico. Altri ne hanno avuto di più. Il plenum può ribaltare la situazione? E chi lo sa?
    Il "sacrificio" del figlio? In genere sono i padri che si sacrificano per i figli e non viceversa. Ma in n tutta questa storia una cosa è certa: il "peccato originale" è stato commesso dal sindaco che ha offerto l'assessorato e dall'avvocato che lo ha accettato. E questo ha dato alle ... "malelingue" l'impressione - sempre malevola - che il primo cittadino abbia conferito al figlio del magistrato un incarico assai ben preciso e delicato per scoraggiare eventuali ... "malintenzionati" dal presentare esposti o denunce di rilevanza penale nei confronti della stessa. Una situazione, questa, che di fatto offusca l'immagine dell'istituzione democratica.
    Ho letto che il procuratore reggente opera a Vicenza da circa un trentennio. In questo periodo, a Palazzo di Giustizia, non sono mancate grosse "grane". L'ultima, se non ce ne sono state altre, quella di quel sostituto che aveva accompagnato un alto ufficiale della Guardia di Finanza da un imprenditore facoltoso e generoso. Il sostituto non conosceva le concrete manifestazione di generosità dell'imprenditore perchè era rimasto in un'altra stanza. Ma quando la Procura di Venezia ha messo al fresco il colonnello, poi condannato e degradato a soldato semplice, e inoltrato a Trieste documenti a carico del sostituto, quest'ultimo ha cambiato mestiere passando - credo - alla difesa della categoria di soggetti che prima inquisiva. Per carità, legittimo. Però...

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  7. Seconda parte
    Passiamo ad altro. Tempo fa, dopo un incontro pubblico nel quale ero stato relatore, un signore mi ha chiesto riservatamente come è andata a finire con l'inchiesta per l'uccisione dell'avvocato Pierangelo Fioretto. Gli ho chiesto come mai non mi aveva fatto la domanda in pubblico e mi ha risposto che ... "non si sa mai". Ricordavo – anche perchè l'avevo scritto in un mio libro presentato a Vicenza nel 93 - che era un professionista molto stimato , esperto in curatele fallimentari: da qualche tempo seguiva il dissesto finanziario di una ditta della provincia in rapporti di affari con un'impresa siciliana. Presumo che il "non si sa mai" dipendesse dall'idea che si era fatta quel signore: un delitto di stampo mafioso. Poi mi disse che l'avvocato non era ricco, ma piuttosto facoltoso e che non aveva figli e parenti. E mi chiese: "Che fine ha fatto quel patrimonio?". Gli risposi che non ero al corrente di quanto mi diceva, che non avevo più seguito il caso, anche perchè le cronache provinciali, in Veneto, sono racchiuse in compartimenti stagni. Io abito nel Trevigiano. Ma quando non ci sono eredi - feci notare - i beni passano allo Stato. "Appunto!" esclamò con un sorriso ironico. Gli feci presente che, se ben ricordo male quanto studiato in diritto privato, la legge dice questo, a meno che non sia cambiata. L'interlocutore continua a sorridere e se ne va con una frase. "Sa, mi no vao combàtar... Però…".
    Io non faccio l’investigatore. Dell’omicidio non fa cenno la relazione della Commissione antimafia del 94 e non se ne è parlato durante la missione della stessa del 2003. Ma chiedo al responsabile di questo sito: è possibile sapere qualcosa di più al riguardo. Perché quando viene ucciso un malavitoso - meridionale o nordico che sia - la cosa rientra in una certa logica. Quando si tratta di uno stimato professionista qualcosa di grosso deve pur esserci. Atto di un cliente che si è sentito bidonato? Attenzione dell’avvocato su affari loschi delle ditte con le quali aveva avuto a che fare?
    Enzo Guidotto

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