Io non sono sempre delle mie opinioni. G. Prezzolini

venerdì 2 dicembre 2011

Calearo senza vergogna

La sapete l’ultima? E di chi? Ma di chi se non dell’ex presidente degli industriali Vicenza, ex numero uno di Federmeccanica (quando a capo di Confindustria c’era quell’intrigante di Montezemolo), eletto nel Pd in quota Veltroni, ex Api di Rutelli, già consigliere di Berlusconi per l’export, deputato con Scilipoti & co, lui, l’imprenditore con l’antenna sempre sintonizzata sul segnale per stare a galla, Massimo Calearo Ciman? Il fustigatore della casta, quello che invocava gli scioperi fiscali contro le tasse troppo alte, il probo esempio vivente di ceto produttivo prestato alla politica, eccolo che si distingue nella penosa rivolta dei peones parlamentari contro il taglio dei vitalizi, l’unica cosa buona che a quanto pare farà il governo della finanza internazionale. Sentitelo, lo statista: «A me della pensione non frega niente, ma l'operazione deve iniziare dal 1945, perché chi propone i tagli è in Parlamento da decenni...» (Corriere della Sera, 1 dicembre 2011). Capito il concetto? Se si devono toccare i diritti acquisiti, allora bisognerebbe farlo retroattivamente andando indietro alla preistoria della Repubblica. Un modo per dire: giù le mani dai nostri privilegi. Bene, se io fossi un elettore del Pd, e grazie al cielo non lo sono, ogni volta che m’imbatto nelle dichiarazioni di questo signore che a suo tempo votai, mi sputerei in faccia. (a.m.)

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