Io non sono sempre delle mie opinioni. G. Prezzolini

domenica 3 marzo 2013

Ingrillato vicentino (si fa per dire)



Sorpresa: il direttore del Giornale di Vicenza, quotidiano degli industriali, moderato e sobrio per antonomasia, specchio della vicentinità, è diventato un fan dell’ipotesi più estrema: un governo Grillo. Lo ha scritto nel fondo domenicale di oggi: «c´è anche un´uscita di sicurezza. Consiste nell´offrire direttamente a Grillo la guida del governo, per realizzare i dieci-quindici punti che sono presenti sia nel programma a 5 stelle che nei programmi di Pd e Pdl». I grillini, per Gervasutti, non farebbero certo una figura peggiore di Scilipoti e De Gregorio, e questo è pacifico. In tal modo, conclude il direttore, «gli alibi sparirebbero: sarebbe chiaro chi voterebbe e per cosa. Tutti, sia i grillini che i Pd che i Pdl, sarebbero costretti a fare e non solo a parlare. E così potremo scoprire chi è il vero clown».
E già, perché non è un mistero che il cuore di Gervasutti, che viene dal Giornale di Montanelli senza lasciarlo quando diventò di Feltri e dunque un house organ di Berlusconi, batta a destra, parte Pdl, corrente Galan. Quell’insulto tedesco ai “due clown” deve averlo offeso, ma in particolare per quanto riguarda Silvio. Così, ecco l’idea: mostriamo quanto incapaci sono questi grillini parlanti. Dovrebbe spiegare meglio, a dire il vero, quali sarebbero i «dieci-quindici punti» in comune fra i programmi di M5S, Pd e Pdl. L’Agenda Grillo, da sola, ne contempla 16. Boh.
Tre giorni fa, in un incontro del club Lions di Thiene, aveva teorizzato una soluzione diversa:  «L´accordo deve essere fatto esclusivamente fra Pd e Pdl, fra gli uomini migliori e giovani dei due partiti. Il problema è che certi protagonisti della scena politica italiana, parlo in questo caso di Bersani e Berlusconi, ragionano ancora in questi termini, cioè con la logica della spartizione. Bersani ha già annunciato che non farà mai accordi con Berlusconi, e viceversa, continuando a ragionare in termini personali». Gran brutto problema, la spartitocrazia. Così come l’orgoglio di fazione: «speriamo che nel giro di quindici giorni si chiariscano le idee e si convincano che per almeno due anni bisognerà accantonare i dogmi di una parte e dell´altra, e anche chi se ne è fatto portatore, per lasciare spazio ai giovani. la nostra unica speranza per salvare il Paese». Insomma, basterebbe un passo indietro dei due leader, da sostituire rispettivamente con Alfano e Renzi, e il gioco sarebbe fatto.
E allora com’è che oggi invoca Grillo premier? Si sarà mica ingrillato anche lui? Rileggiamo un po’ di cosa scriveva di Grillo e del Movimento 5 Stelle nei suoi editoriali passati.

“Grillo è impegnato a preparare il prossimo tour comico a base di insulti” 20 gennaio 2013
“Grillo, che in tv non ci va da anni, occupa internet per mandare affantutti e ribadire così il punto più alto e qualificante del suo programma politico” 30 dicembre 2012
“Chi sperava in Beppe Grillo per mettere un po´ d´ordine nello sfascio, è però costretto a ricredersi: ogni giorno che passa emergono i limiti di un movimento che è un incrocio tra la Forza Italia dei primi tempi e la Lega del cappio in Parlamento” 25 novembre 2012
“Diverso è il discorso che riguarda i 5 stelle di Grillo: lì i giovani ci sono, peccato che a mancare (sempre con le lodevoli ma rare eccezioni) siano i fondamentali. A partire da quelli democratici” 18 novembre 2012
“ci si imbatte nel decalogo del Movimento grillino redatto da un docente di Filosofia del diritto, pubblicato sul sito del comico-politico, e si resta a bocca aperta per le analogie con concetti e toni espressi una novantina di anni fa da “movimenti” che all´epoca si apprestavano a fare anch´essi la rivoluzione in Germania o in Italia. Sia chiaro: Grillo non è certo un aspirante dittatore, e ha ragione quando dice che se non ci fosse lui ci sarebbe davvero spazio per gli estremisti. Ma il legittimo disgusto alimentato dal fallimento di certa politica non può limitarsi allo sfogo nelle piazze virtuali. Anche perché per arrivare nelle piazze vere perfino i profeti devono prendere l´autostrada, poco importa se in camper come Renzi o in Suv come Grillo”  23 settembre 2012
“La deriva presa da Grillo, ormai lontano dalla corrosiva ironia dei tempi migliori, si basa su un´arrogante autoinvestitura a custode della Verità rivelata da Internet: nella più totale ignoranza del fatto che una stupidaggine moltiplicata da milioni di clic non si trasforma in Verità, ma resta una stupidaggine” 2 settembre 2012
“l´armata fantasma di Beppe Grillo e dei suoi fedeli informatici taroccati”  22 luglio 2012
“l´Italia è il Paese che ha consentito a una persona che non aveva mai fatto politica in vita sua, e si era sempre dedicata alla televisione grazie alla quale aveva conquistato una enorme popolarità, di fare breccia nelle convinzioni dei suoi concittadini presentandosi come l´unica vera novità in grado di cambiare tutto con un colpo di bacchetta magica. E gli italiani gli hanno creduto. Usando il mezzo televisivo direttamente, senza l´intermediazione dei giornalisti verso i quali nutriva un corrisposto disprezzo, questa persona ha potuto dire tutto e il contrario di tutto mescolando demagogia a qualche buona intuizione, populismo e popolarità. È riuscito a mettere la sordina a qualche vicissitudine giudiziaria e a colpi di battute che spesso facevano ridere, alcune volte lasciavano sconcertati, si è lanciato alla conquista del potere non disdegnando figuracce internazionali quando si è approcciato a temi riguardanti la politica estera. E no, questa persona non si chiama Silvio Berlusconi: si chiama Beppe Grillo” 1 luglio 2012
“Il programma di Grillo contiene intuizioni condivisibili e solenni castronerie, al pari dei programmi di altri partiti. Tocca a ciascuno di noi separare il bambino dall´acqua sporca” 3 giugno 2012
 “Beppe Grillo ha spiegato qual è la sua ricetta per risolvere i problemi dell´economia: «Non paghiamo il debito pubblico». Una risata seppellirà anche lui. Purtroppo, insieme a tutti noi” 22 aprile 2012

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