Sorpresa: il direttore del Giornale di Vicenza, quotidiano degli
industriali, moderato e sobrio per antonomasia, specchio della vicentinità, è
diventato un fan dell’ipotesi più estrema: un governo Grillo. Lo ha scritto nel
fondo domenicale di oggi: «c´è anche un´uscita di sicurezza. Consiste
nell´offrire direttamente a Grillo la guida del governo, per realizzare i
dieci-quindici punti che sono presenti sia nel programma a 5 stelle che nei
programmi di Pd e Pdl». I grillini, per Gervasutti, non farebbero certo una
figura peggiore di Scilipoti e De Gregorio, e questo è pacifico. In tal modo,
conclude il direttore, «gli alibi sparirebbero: sarebbe chiaro chi voterebbe e
per cosa. Tutti, sia i grillini che i Pd che i Pdl, sarebbero costretti a fare
e non solo a parlare. E così potremo scoprire chi è il vero clown».
E già, perché non è un mistero
che il cuore di Gervasutti, che viene dal
Giornale di Montanelli senza lasciarlo quando diventò di Feltri e dunque un
house organ di Berlusconi, batta a
destra, parte Pdl, corrente Galan. Quell’insulto tedesco ai “due clown” deve
averlo offeso, ma in particolare per quanto riguarda Silvio. Così, ecco l’idea:
mostriamo quanto incapaci sono questi grillini parlanti. Dovrebbe spiegare
meglio, a dire il vero, quali sarebbero i «dieci-quindici punti» in comune fra
i programmi di M5S, Pd e Pdl. L’Agenda Grillo, da sola, ne contempla 16. Boh.
Tre giorni fa, in un
incontro del club Lions di Thiene, aveva teorizzato una soluzione diversa: «L´accordo deve essere fatto esclusivamente
fra Pd e Pdl, fra gli uomini migliori e giovani dei due partiti. Il problema è
che certi protagonisti della scena politica italiana, parlo in questo caso di
Bersani e Berlusconi, ragionano ancora in questi termini, cioè con la logica
della spartizione. Bersani ha già annunciato che non farà mai accordi con
Berlusconi, e viceversa, continuando a ragionare in termini personali». Gran
brutto problema, la spartitocrazia. Così come l’orgoglio di fazione: «speriamo
che nel giro di quindici giorni si chiariscano le idee e si convincano che per
almeno due anni bisognerà accantonare i dogmi di una parte e dell´altra, e
anche chi se ne è fatto portatore, per lasciare spazio ai giovani. la nostra
unica speranza per salvare il Paese». Insomma, basterebbe un passo indietro dei
due leader, da sostituire rispettivamente con Alfano e Renzi, e il gioco
sarebbe fatto.
E allora com’è che oggi invoca
Grillo premier? Si sarà mica ingrillato anche lui? Rileggiamo un po’ di cosa
scriveva di Grillo e del Movimento 5 Stelle nei suoi editoriali passati.
“Grillo è impegnato a preparare il prossimo tour comico a
base di insulti” 20 gennaio 2013
“Grillo, che in tv non ci va da anni, occupa internet per
mandare affantutti e ribadire così il punto più alto e qualificante del suo
programma politico” 30 dicembre 2012
“Chi sperava in Beppe Grillo per mettere un po´ d´ordine
nello sfascio, è però costretto a ricredersi: ogni giorno che passa emergono i
limiti di un movimento che è un incrocio tra la Forza Italia dei primi tempi e
la Lega del cappio in Parlamento” 25 novembre 2012
“Diverso è il discorso che riguarda i 5 stelle di Grillo: lì
i giovani ci sono, peccato che a mancare (sempre con le lodevoli ma rare
eccezioni) siano i fondamentali. A partire da quelli democratici” 18 novembre
2012
“ci si imbatte nel decalogo del Movimento grillino redatto
da un docente di Filosofia del diritto, pubblicato sul sito del
comico-politico, e si resta a bocca aperta per le analogie con concetti e toni
espressi una novantina di anni fa da “movimenti” che all´epoca si apprestavano
a fare anch´essi la rivoluzione in Germania o in Italia. Sia chiaro: Grillo non
è certo un aspirante dittatore, e ha ragione quando dice che se non ci fosse
lui ci sarebbe davvero spazio per gli estremisti. Ma il legittimo disgusto
alimentato dal fallimento di certa politica non può limitarsi allo sfogo nelle
piazze virtuali. Anche perché per arrivare nelle piazze vere perfino i profeti devono
prendere l´autostrada, poco importa se in camper come Renzi o in Suv come
Grillo” 23 settembre 2012
“La deriva presa da Grillo, ormai lontano dalla corrosiva
ironia dei tempi migliori, si basa su un´arrogante autoinvestitura a custode
della Verità rivelata da Internet: nella più totale ignoranza del fatto che una
stupidaggine moltiplicata da milioni di clic non si trasforma in Verità, ma
resta una stupidaggine” 2 settembre 2012
“l´armata fantasma di Beppe Grillo e dei suoi fedeli
informatici taroccati” 22 luglio 2012
“l´Italia è il Paese che ha consentito a una persona che non
aveva mai fatto politica in vita sua, e si era sempre dedicata alla televisione
grazie alla quale aveva conquistato una enorme popolarità, di fare breccia
nelle convinzioni dei suoi concittadini presentandosi come l´unica vera novità
in grado di cambiare tutto con un colpo di bacchetta magica. E gli italiani gli
hanno creduto. Usando il mezzo televisivo direttamente, senza l´intermediazione
dei giornalisti verso i quali nutriva un corrisposto disprezzo, questa persona
ha potuto dire tutto e il contrario di tutto mescolando demagogia a qualche
buona intuizione, populismo e popolarità. È riuscito a mettere la sordina a
qualche vicissitudine giudiziaria e a colpi di battute che spesso facevano
ridere, alcune volte lasciavano sconcertati, si è lanciato alla conquista del
potere non disdegnando figuracce internazionali quando si è approcciato a temi
riguardanti la politica estera. E no, questa persona non si chiama Silvio Berlusconi:
si chiama Beppe Grillo” 1 luglio 2012
“Il programma di Grillo contiene intuizioni condivisibili e
solenni castronerie, al pari dei programmi di altri partiti. Tocca a ciascuno
di noi separare il bambino dall´acqua sporca” 3 giugno 2012
“Beppe Grillo ha
spiegato qual è la sua ricetta per risolvere i problemi dell´economia: «Non
paghiamo il debito pubblico». Una risata seppellirà anche lui. Purtroppo, insieme
a tutti noi” 22 aprile 2012
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