A Vicenza la Dc vive e lotta in mezzo a noi. E fa, disfa e briga. Rumoriani e dorotei, come ai bei tempi. Trasversalmente ai due poli, alla cosiddetta destra e alla cosiddetta sinistra. In nome del bene sommo e ultimo: il potere. Questa volta a farne le spese è un outsider ambiziosissima ma ancora un po’ acerba in fatto di trame e sotterfugi: la vicesindaco Alessandra Moretti.
Devono sapere, i vicentini, che la cabina di regia dell’amministrazione targata Partito Democratico è fatta da un quintetto abile e rotto a tutte le astuzie. Naturalmente al vertice c’è il sindaco Achille Variati, vecchia volpe con pelo alto così. Al suo fianco, ma di fatto di pari grado, il portavoce e capo di gabinetto Jacopo Bulgarini d’Elci dell’agenzia Alias, che vorrebbe essere quello che Franco Miracco era per Giancarlo Galan: più di un suggeritore, più di uno spin doctor: il sindaco-ombra. Subito sotto Angelo Guzzo, presidente di Acque Vicentine, fedelissimo esecutore e messo d’Achille. Al suo stesso livello, il giovane Federico Ginato, segretario provinciale del Pd, allevato e mantenuto nel gruppo consiliare in Regione grazie al munifico Variati. In coda, scalpitante, il giovanissimo Giacomo Possamai, a capo della sezione giovanile del partito in provincia (e figlio di un giornalista di rango dell’holding Repubblica-Espresso, Paolo Possamai oggi direttore del Piccolo di Trieste). Una pattuglia di rumoriani di vecchio corso, neo-rumoriani per vocazione e rumoriani per metodo e concetto. Tutti, all’interno del Pd, lettiani. I quali hanno in testa uno scenario: Variati confermato sindaco nel 2013 (molto probabile che dovrà vedersela con la leghista Dal Lago, a cui la rivale del Pdl, Lia Sartori, renderà lo sgambetto del 2008 facendogli mancare i propri voti); poi, per non lasciarsi morire politicamente sulla poltrona di Palazzo Trissino, candidarsi a governatore contro Zaia nel 2015, e al duo Achille-Jacopo non manca certo la fantasia per trovare un pretesto utile; contemporaneamente, cadendo le elezioni politiche sempre nel 2013, appoggiare Guzzo e Ginato nelle liste bloccate rispettivamente per il Senato e per la Camera; infine, un posticino da consigliere comunale per Possamai Jr, su cui sarà opportunamente dirottata una valanga telecomandata di preferenze.
Però a rompere lo schemino c’è lei, la fresca, carina, intraprendente, troppo intraprendente Alessandra. Achille gliel’ha giurata, da quella volta che la “bersaniana” lo ha scavalcato conquistando un posto in prima fila nel direttivo nazionale del Pd, a coltivare direttamente i rapporti con Bersani. E’ stata sleale, dicono. Pare che l’abbiano anche ghiacciata con un avvertimento: o si mette buona o la fanno fuori. Sanno che potrebbe aggiudicarsi un bel po’ di voti personali, con la sua ubiquità in tagli di nastri, cerimonie scolastiche e spot giovanili (è assessore ai giovani e alla scuola). Perciò hanno deciso di metterla sulla graticola, cuocendola a fuoco lento. Così hanno chiamato due dorotei del Pdl, i dioscuri Maurizio Franzina e Arrigo Abalti, e insieme hanno concordato il colpo: attaccare la Moretti sull’incresciosa vicenda del “panino”. Causa oggettive ristrettezze di bilancio, il capitolo per le mense nelle scuole ha subìto un taglio che ha costretto Alessandra a ipotizzare un giorno alla settimana di pranzo al sacco a carico delle famiglie, o in alternativa un aumento della retta. I genitori, si capisce, hanno alzato le barricate. E Franzina e Abalti hanno allestito gazebi, come mai prima d’ora li avevamo visti fare, lancia in resta contro la vicesindaco chiamata alle sue prime forche caudine in consiglio comunale: l’8 giugno, infatti, dovrà rispondere alla richiesta di dibattito a firma Pdl. E lei è solo la prima della lista. Poi verranno numerosi altri, invisi ai “magnifici cinque”. Ma di loro parlerò prossimamente. (a.m.)
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